Vibrazioni nascoste

Vibrazioni nascoste

L’ondulatoria consistenza inebriante era davanti a me, nuda senza alcuna remora o vergogna. La sua fragranza mi sconvolge le narici e m’inebria di eccitazione. Divoro e placo la fame di bocche che percorrono dune che si accartocciano tra loro e amandosi la purezza del presente ti amo vive e, segna il tempo scrivendo l’attimo cadente.

 

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Foto:Google

Punti di osservazione

Punti di osservazione

Introduzione da parte dell’autore del brano:

Questi versi sono stati scritti più di un anno fa e rappresentano un  inedito che doveva far parte di un progetto ben più articolato che per vari motivi personali è stato abbandonato.

A volte nel film della nostra vita ci sono scene difficili da cancellare o da rimuovere, si cerca di attenuare ma alcuni strati non sistemati riaffiorano inevitabilmente. Anche se la vita in noi è diversa quegli attimi sono indelebili. Ossessione mista a passione, che divora come le fiamme. A volte passa, a volte torna.

Reazionaria di un volo senza tempo. Appunto (e a capo). E quando ti vidi per la prima volta ebbi un sussulto al cuore (ricami di sangue).

Del sesso sfrenato ci fece diventare noi bloccando inesorabilmente il tempo.

Dove sei ora? Vorrei sapere dove. L’emblema di un grande amore. Sparita e poi apparsa nuovamente e scomparsa ancora. Avevo provato a cercarti immanente dentro un manto latteo, ma poi ho trovato solo l’ombra impressa di alcuni tuoi profumi che mi hanno inebriato. Non è stato facile liberare questi legacci che mi hanno lacerato la carne disperata. Ho dimenticato qualcosa sopra le tue ondulatorie movenze e ancora non riesco a individuare su quale sequenza sei finita.

Hai addomesticato i profondi solstizi di segnali a gamma radio. Smarrito sto camminando aiutandomi con quel margine che mi consente di sentire la consistenza del quadro di carnalità. Provo a distendermi sulle scale dove ancora si sente il momento in cui ci unimmo in un sol noi. Trovo apparentemente inquadrata questa tua mancanza che mi lascia stanco e perpetuo di non pensare. Dimmi che ora stai tornando, dove sei ora?

Ecco, riappari nuovamente. Felicemente mi lascio soggiogare dalla tua tela di ragno che apre infinite pertinenze.

 

Foto: Google (Alex Waterhouse)_modificata graficamente da: Claudio Ventodeldeserto

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Ritmo di una seduzione

Ritmo di una seduzione

Non riesco a intravedere nel cono d’ombra

il possibile richiamo del feedback

che rallenta accelerando,

offusca la perenne voglia di possesso,

mi rende schiavo in balia della scena successiva

foriera di fatali conseguenze.

 

A volte prende la paura,

timori atavici di un rifiuto,

vorrei più segnali che facciano intuire

il desiderio e il profumo impudico

della carnagione indistruttibile.

 

Immagino giochi che sfidano,

sogni che si accavallano,

bruciori, graffi, immoralità,

come Afrodite ti riveli complessa

fuori dagli schemi come spuma di mare

che inverte la rotta del possesso incarnato.

 

Tutto si annulla,

l’accorcio è inevitabile,

i solchi delle dune

(a volte l’affanno è immenso)

sono fiori di mirto,

l’ossessione volubile di te

mi porta a rapire

la purezza cristallina di una Dea

forza dell’amore,

espressione al fine della conservazione della vita.

 

Foto:Google da “Street art Babondo” e modificata graficamente da: Claudio Ventodeldeserto

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Tratteggi (Fuori da ogni ragionevole dubbio)

Tratteggi (Fuori da ogni ragionevole dubbio)

Forti immagini temporali

mi rendono fortemente schiavo

di quella linea d’ombra, dove dal giaciglio del chiaro scuro

si intravede l’ossessiva forma dell’essere femmina tra

giri di spezie e di lavanda.

 

Il tracciante ad angolo retto,

segna il confine tra il piacere e l’oblio,

tutto ciò mi frastaglia e rapisce.

Momenti irrompono a mosaico

dove al termine rimane vacante un ricordo

di rubare sensazioni.

 

Foto modificata graficamente e testo: Claudio Ventodeldeserto

(De)Presso appunti piegati retroflessi

Vento di prospettiva

Niente v’è peggio

delle vie ondulatorie

dei disordini mentali

che esplodono cieca rabbia

tra il nascere e il calar degli

ingranaggi nella solitudine.

 

Testo e immagine: Claudio Ventodeldeserto

Appunti ribelli ovvero scelta per amore

APPUNTI RIBELLI SCELTA PER AMORE

Il 28 giugno 1978 ci conoscemmo in una piccola discoteca dal nome “Villaggio della Fonte”. Galeotta fu la canzone di Battisti “Una donna per amico” che ballammo insieme e da quel giorno non ci lasciammo più ….
Il 7 Aprile del 1979 ci sposammo, io poco più che diciottenne e tu amore poco più che ventenne … Oggi ricorre il nostro trentacinquesimo anniversario di matrimonio, abbiamo avuto una vita bella, ricca di amore, due figli meravigliosi e conosciuto sul nostro cammino tante persone speciali che ci hanno voluto bene ed a cui abbiamo voluto bene ed ancora è così. Abbiamo superato montagne, sovrastato calmi mari sempre insieme, nelle avversità che abbiamo incontrato abbiamo lottato uniti come guerrieri e sempre vinto. Ora da un anno e qualche mese un grosso ostacolo si è ripresentato, ti sei ammalato di sla, quindi nuovamente è mutato il nostro cammino, e in questo nuovo percorso continueremo a camminare insieme imparando un diverso modo di vivere la vita, il nostro amore non verrà meno anzi sarà rinforzato da questa prova. Anche in questo frangente abbiamo trovato tante persone che ci sono vicine e ci vogliono bene, i nostri figli coi loro compagni di vita, Debora un angelo mandato da Dio la mia e la tua famiglia e tutti ma proprio tutti amici vecchi e nuovi che ci danno forza e voglia di vivere. Mi è stata detta una cosa meravigliosa da Debora, visto che stamattina ero contenta ma anche triste ed è una verità assoluta, che il più bel regalo che ho ricevuto per il nostro anniversario è il Tempo, si altro tempo per stare con te amore, mentre pochi mesi fa sembrava stesse per finire …. ma la vita e Dio ci hanno fatto questo dono mi riprometto di usarlo al meglio. Ti amo e ti amerò sempre ed oltre il sempre. Grazie amore per avermi scelto!

 

Immagine:Google

Testo: Lorenza Biga

Appunti di seduzione 2-Per l’uomo che a volte deve chiedere/Come distruggere l’ego di una donna

FOTO APPUNTI DI SEDUZIONE 2

Piccola premessa per i lettori di genere maschile che avranno la sventura di leggere questi simpatici versi che seguiranno. Questo non è uno di quei manuali che si aggirano per la rete o per le librerie che dispensano consigli per cercarvi di farvi fare una delle cose più complicate in assoluto nella vita: ovvero come conquistare il cuore di una donna senza avere problemi. Il che è effettivamente una parola grossa. Potreste sicuramente avere meno danni se foste colpiti dalla peste bubbonica. Oppure sarebbe meno caotico per voi è vincere al superenalotto.

Diciamo che quello che vedrete scritto è una summa di esperienze più o meno divertenti che mi sono capitate nella mia vita di relazioni con il genere femminile. Diciamocelo chiaramente, non è che nel tuo quotidiano ti possa capitare di affrontare una tigre appena scappata dalla savana e che per puro caso si trova a incrociare il tuo cammino, ma con la donna ci devi andare abbastanza cauto, sennò il paragone con la tigre credimi potrebbe essere del tutto riduttivo e rimpiangeresti una tua eventuale collisione con il felino di cui prima.

Dovresti sapere che il genere femminile (e lo dovresti intuire perfettamente da come si veste) fa qualsiasi cosa per piacere e per per attrarre e questo l’uomo lo sa bene, e sai anche dei suoi comportamenti che posso arrivare fino al punto di farti collassare qualsiasi cosa tu abbia in intimo possesso (cuore, mente, anima) ma non hai ne le forze e ne le capacità per reagire davanti a orde di pazze scatenate. Eppure basterebbero alcuni accorgimenti tecnici per toglierti di impaccio e sopratutto (cosa importantissima) farti rispettare dal sesso femminile che a volte vanno oltre le capacità quadrimensionali di risolvere un equazione tricubica all’elevata potenza sferica.

Quello che ti spiego ora è un fatto simpatico che mi è capitato qualche tempo fa e, che se vuoi puoi mettere in pratica nel caso in cui qualche simpatica (si fa per dire) donzella abbia richiamato la sua attenzione su di te ma se la tira in una maniera che l’elastico prima o poi si romperà e ti investirà in pieno con tutte le conseguenze del caso.

Una di quelle donne che dopo che ha capito che tu provi interesse per lei, inizia a mettere in pratica tutta una serie di strategie tipicamente femminili cui l’unico scopo il più delle volte è farti uscire pazzo. Magari ti da buca all’appuntamento prestabilito oppure viene con ore di ritardo (d’altra parte per fare bene le ristrutturazioni ai palazzi gli operai ci mettono il loro tempo autoptico), ma meglio non mettere troppa carne al fuoco, dopo rischieresti di fare indigestione e non capire un tubo di quel che sto dicendo. Fai la dovuta pratica e ascolta passo passo.

Qualche anno fa durante i primitivi tempi di internet a 56k conobbi su una famosa chat una ragazza sui 35 anni che da subito provò un’aperta simpatia per me. Parlando del più e del meno vengo a sapere che è sposata da poco tempo e che secondo lei avrebbe fatto male a convolare a nozze (domanda: se lo pensava questo perchè lo ha fatto?) e mi racconta tante altre belle amenità che le donne hanno la sapienza di narrare, insomma per fartela breve decidiamo di incontrarci in un determinato giorno.

Peccato che all’appuntamento non si è presentata senza addurre alcuna motivazione plausibile, e ai miei ripetuti messaggi per sapere anzi per rincorrere una verità che non avrei mai saputo, ha imperato il vuoto assoluto. Qualche giorno dopo la rivedo sulla chat e non potendo nascondersi (magari avrebbe potuto chiudere la chat o mettersi in modalità invisibile -tipico delle donne che hanno qualcosa da nascondere- ma non lo ha fatto per fortuna) mi dice senza neanche scusarsi che aveva avuto un impegno improvviso con il marito e per farsi perdonare mi da un secondo appuntamento al quale non si ripresenta nuovamente.

Non vi sto a dire quello che ho pensato in quel momento di quella persona (meglio tacere), come non vi dico dei suoi successivi vergognosi silenzi ai messaggi che gli mandavo sul telefonino. Beh, qualche altro giorno dopo mi arriva una chiamata sul mio cellulare: era lei. Questa volta si scusa e ripete la stessa cosa della volta scorsa, ovvero che un improvviso impegno con il marito gli aveva impedito di venire togliendole però anche le sue forze di avvisare per tempo che questo sarebbe successo.

E mi fissa un terzo appuntamento. A questo punto gli dico chiaro e tondo: “Cerca di non fare come le altre due volte, se questa volta non ti presenti cerco a tutti i costi tuo marito e gli dico che mi stai importunando, quindi guarda cosa vuoi fare”. Evidentemente questo (paura eh?) ha fatto si che si presentasse finalmente a quell’appuntamento.

Non era niente male la ragazza. Non sto qui ora a descrivervi le sue caratteristiche fisiche che non è importante, l’importante è quello che era a livello mentale. Un vero disastro. Era una di quelle donne tutta fisicamente tirata, e a ogni colpo di parola sembrava che ce l’avesse solo lei e quindi l’uomo secondo lei non poteva non resistergli.

Decidiamo di andare in un bar nei dintorni (anche per mimetizzarsi alla vista di suo marito che non avrebbe gradito la visione) a parlare un po dei convenevoli di rito. Comprendo dopo un po che parliamo che nelle sue parole intravedo punte anzi un puntoni di morbida ipocrisia ipocodriaca da “casalinga disperata”, più tante altre cose dette in una maniera cosi sfacciata e volgare che mi facevano in quel preciso istante indossare i panni dell’uomo “oggetto”.

E a questo punto dentro di me scatta un moto di vera ribellione: una donna del genere andava punita, pianificai un diabolico piano. Era evidente che se fossimo andati da una parte -appartati- qualcosa sarebbe scattato (mi sono dimenticato di dirti che gli piacevo), magari non proprio sesso ma qualche toccatina qui e lì sicuramente ci sarebbe stata.

E allora gli propongo di andare da un’altra parte a fare una passeggiata. Saliamo nella sua macchina e, dopo esserci avviati in una determinata direzione lei ferma il veicolo e inizia a girare la testa verso di me. Mi guarda, mi fissa spietatamente come per dire: “Ora sei mio, dove pensi di andare?”. Io rimango fermo ad aspettare. Avevo già capito a un miglio di distanza le sue intenzioni.

Il suo viso si stava avvicinando inesorabilmente in silenzio al mio, le sue labbra (che devo ammettere erano molto belle e carnose) si stavano impattando frementi alle mie. Arrivate a pochissimi centimetri, credo che ci fosse pochissima luce di distanza e tutto era destinato a compiersi. All’improvviso tiro la testa indietro scuotendola negativamente e gli dico in modo serafico:

Non mi pare il caso, stiamo correndo troppo”. Credo che non abbia mai visto nella mia vita una serie di colori stamparsi sulla faccia di una persona. Passava dal violetto al nero intenso attraverso il rosso sangue nel giro di pochissimi momenti. Dopo essersi ripresa da questo choc traumatico di essere stata rifiutata mi dice: “Va bene, ora però è tardi e devo tornare a casa” e mi riporta nel punto preciso dove ci eravamo incontrati all’inizio senza proferire altre parole, ma credo se avesse voluto farlo mi avrebbe ucciso. 

E questo perché io mi sono comportato come fa di quasi di solito una donna in generale ma in più avevo fatto una cosa gravissima: avevo attaccato e poi distrutto il suo EGO di femmina. Avevo anche ammazzato la sua presunzione che un uomo deve sempre e comunque cadere nell’attrazione femminile. Una serie di crolli e macerie dentro di se impossibili da gestire.

Dentro di me, mi sono sentito fiero di aver fatto quel comportamento, certo se si fosse comportata differentemente e magari non era sposata ed io ero innamorato, non avrei mai posto in essere quelle cose. Tornando a casa mi arrivano una sequela di messaggi sul telefonino da parte sua pieno di insulti che per pudore non sto qui neanche a dirti il contenuto. Posso dirti che mai ne avevo ricevuti così tanti e con contenuti forti.

Ma ero contento di quello che avevo fatto e anche ora ti posso dire caro lettore di genere maschile, che non me ne sono assolutamente pentito. Quello che ti ho raccontato caro amico, non è perchè tu debba attuarlo sistematicamente con tutte le donne che ti capita di incontrare ma per cercare di pensare con la tua testa e vedere se quella femmina che hai davanti ha rispetto per te.

E non devi farti calpestare da questi esseri che nella maggior parte dei casi ti rovinano un po la vita. Tante vedono in noi solo il pisello al posto del cervello e si giustificano con questo nei loro comportamenti al di fuori di ogni ragionevole logica. Quindi mio caro amico frequenta tutte le donne che vuoi, ma sappi rendere la giusta pariglia a chi pensa di esserti superiore, e loro credimi pensano di esserlo.

Adotta i tuoi criteri per difenderti ma fallo da uomo vero, che non è quello che si può definire PUTTANIERE o uno di quelli che MALTRATTANO o VIOLENTANO (metodi schifosamente ripugnanti), ma non è neanche quello disposto a farsi mettere i piedi in testa solo perchè l’altra persona si chiama DONNA e con questo si sente autorizzata a fare di tutto.

Voi siete esseri alla pari e cosi che deve essere. Solo in questa maniera l’amore può annidarsi perfettamente e iniziare a volare. Bene, spero di rivederti ancora qui a leggere di queste storie, ma se anche non fossi uomo e invece sei donna sarò ancora più contento, nella vita come diceva qualcuno non si finisce mai di imparare. Anche nelle interazioni personali tra uomo e donna vige questa regola. Stay tuned!

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Foto: Google modificata graficamente da Claudio Ventodeldeserto

Eterni nel cuore

ETERNI NEL CUORE

Ho visto angeli venire incontro a profondi corridoi di luce per regalare abbracci di incoraggiamento.

Li ho visti volare per andare a salutare uno a uno tutti quelli che hanno amato.

Li ho visti anche piangere e di loro ogni singola lacrima segnare la vita del loro coraggio.

Poi li ho visti sorridere in ogni estesa massima sofferenza, in ogni intrinseco dolore. Li ho guardati giocare e donare gioia, donare momenti…attimi unici, marchiando l’indescrivibile sono andati via.

Li ho notati nel verso delle loro parole della fluidità del sangue dell’anima, saltare i guadi delle difficoltà e infine morire e poi risorgere.

Ci guidano, ci appartengono, tesori della nostra vita, felicità fertile di campi e granai di sole, che formano l’essenza del colore. Ho visto anche angeli prendersi carico delle nostre disperazioni, il nostro male.

Le carezze che riescono a dare invisibili sono la speranza di un domani migliore.

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Foto Google modificata graficamente da Claudio Ventodeldeserto

Le sofferenze del cuore-2° ed ultima parte.

LE SOFFERENZE DEL CUORE 1

 

LE SOFFERENZE DEL CUORE 2

 

Nonostante questo Pat non mi era mai piaciuta: Michela, la mia donna, era molto meno provocante, sensuale e probabilmente anche meno bella di Pat, ma almeno fino alla sera prima che scopri che mi aveva tradito, aveva fascino puro, anima e cuore.

Quando guardavo Michela vedevo in lei la madre dei miei figli, la compagna con cui invecchiare tutta la vita, quello che provavo per lei non era un banale e volgare sesso ma era un forte legame d’amore.

Pensando a questo e a quello che mi aveva fatto, la rabbia si impadronì di me e iniziai a parlare con Pat con un tono di voce più rauco, dannatamente sensuale, volevo che capisse che da lì a poco avremmo fatto sesso, guardai poi l’orologio, erano le nove e quaranta. Mi avvicinai a lei e gli posai le mani sui suoi seni e nello stesso momento le diedi un bacio infuocato, violentissimo.

Poi le alzai la gonna andando direttamente sul piccolo lembo di stoffa a difesa del suo pube, spinsi fortissimo sul suo monte di Venere e immediatamente entrai con le dita a cercare il suo miele: era decisamente pronta per accogliermi dentro di lei.

L’entrata decisa delle dite e la pressione che esercitavano le fecero piegare le ginocchia, un gemito soffocato assorbito tra le mie labbra fu l’unica resistenza che trovai. Poi presi la sua mano e la feci appoggiare sulla mia patta del tutto rigonfia pronta ad esplodergli addosso.

Mentre le mie dita stavano violando il suo fiore, sentii la cerniera scendere e la mia asta fu stretta da una mano bollente. Patrizia cominciò allora a muoversi per tutta la sua lunghezza dandomi brividi di estremo piacere.

Sapere poi che di lì a poco sarebbe entrata Michela e mi avrebbe visto fare sesso con la sua migliore amica mi stava mandando in delirio dandomi un eccitamento pazzesco e anomalo. Forse la parola più appropriata sarebbe stata: sadismo, una definizione che fino al momento in cui avevo visto Michela tradirmi non aveva mai fatto parte dei miei pensieri.

Presi Patrizia e la spostai al centro della stanza in mezzo alla quale c’era un tavolo vecchio stile, ricoperto con un drappo verde. Il suo vestito rosso contrastava sensualmente con quell’arredamento: la misi seduta sopra il tavolo mettendo le mie gambe tra le sue, gli feci scivolare le spalline del vestito e i suoi grandiosi seni esplosero nudi in libertà all’aria, i suoi capezzoli tesi erano il segno tangibile del suo eccitamento.

Il vestito che nel frattempo era salito sui fianchi, metteva in mostra due gambe abbronzate da mozzare il fiato, riesco finalmente a vedergli il suo perizoma, rosso con degli orli ricamati che era un vero spettacolo vederglielo addosso. Quella visione mi mando letteralmente fuori controllo e con forte desiderio glielo strappai di dosso. La guardai profondamente negli occhi e mi immersi nel sua bollente grotta penetrandola…

Entrai facilmente in lei, sentivo una profondità senza limiti: le sue gambe iniziarono ad attorcigliarsi attorno alla mia schiena e presero a darmi calci focosi ogni volta che io mi spingevo con decisione in lei. Sentivo le rotondità dei testicoli scontrarsi con i suoi pochi peli, le sue mani mi stringevano fortemente i capelli. Avevamo smesso di baciarci e il sudore ci impregnava i nostri vestiti, le parole che ci stavamo scambiando diventavano sempre più infuocate, scurrili, oscenamente volgari.

Le misi una mano sulla bocca per non farla urlare, era l’ora dell’arrivo in casa di Michela. La porta si aprì silenziosa, pudicamente la vidi entrare, e il suo sorriso gioioso (cosa sorridi puttana? Ricordati quello che mi hai fatto la sera precedente) divenne una maschera di cera. Avevo organizzato in modo che Michela in pochi secondi vedesse tutta la scena e avesse un esplosione visiva al massimo.

Quando vidi entrare Michela, uscii completamente da Patrizia e poi, guardandola con passione mi spinsi completamente penetrando ancora una volta il suo fiore aperto. Pat aveva gli occhi chiusi e non si era accorta dell’arrivo di Michela, fino a quando la stessa non si mise a urlare con tutte le forze che aveva.

Si guardarono incredule e disperate, e materializzai solo allora quello che avevo fatto. Girai pudicamente Patrizia dalla vista di Michela, gli feci riscendere il vestito, mi alzai e mi rivestii. Michela era ancora sotto choc impietrita davanti a quella scena, e solo le lacrime che gli scendevano dal viso facevano capire che era una statua vivente.

Il sapore della vendetta divenne acre, cattivo e poi infine amaro, molto amaro. Presi sottobraccio Michela e la portai in sala, sembrava smarrita senza più un’anima, la feci sedere e gli resi conto il perché mi fossi comportato in quella maniera. Patrizia nel frattempo se ne era andata silenziosamente lasciandoci soli nel nostro forte imbarazzo.

La guardai negli occhi e gli dissi:

Non piangere ora…ti prego” e l’accarezzai proprio mentre una lacrima mi bagnava il viso. Cancellai la voglia di sapere, di capire di quella sua avventura, tenendomi dentro il mio tormento. Ricominciai a guardarla come la madre dei miei figli e compagna della mia vecchiaia…

Cosa ne dici di dimenticare le ultime 36 ore e tornare a essere i ragazzi felici che eravamo?” dissi. Lei non rispose, congiunse la sua mano con la mia e ci mettemmo poi a piangere in silenzio…FINE 

LE SOFFERENZE DEL CUORE 3

 

Testo: Claudio Ventodeldeserto

Foto: Google