La dignità

La dignità

Questa è un’altra arte.Quella più difficile, quella a cui nessuno interessa. Quella di sopravivvere. Ore 7.30 del mattino. Milano. Galleria Giuseppe BORELLA che mette in comunicazione Via Carducci e Piazza S.Ambrogio. Una galleria modesta di appena 100 metri (non certo quella immensa caciariona e marketingara di Vittorio Emanuele II che si trova più avanti al Duomo)con un bar, un apple store, una cartolibreria e una piccola bigiotteria e l’ingresso di un palazzo di facoltosi professionisti milanesi.
Un corpo che dorme disteso dentro un sacco a pelo dove si intravede appena la testa fuori, uno zaino appena sopra la stessa tutta incatenata con un lucchetto per evitare che qualcuno lo possa aprire e rubare (anche se viene da sorridere, cosa mai si potrebbe rubare a questa gente visto che nella loro vita tutto gli è stato rubato?).
Gli passo avanti ogni mattina che vado al lavoro e vedendolo provo un senso di rispetto per queste persone e di ammirazione per come vivono la loro vita, come sanno conservare la loro dignità. Penso che tutto sommato sono stato fortunato a avere una vita poco migliore della loro ma loro hanno qualcosa che noi non abbiamo: la libertà e i sogni. Loro riescono con poco a realizzare la sopravvivenza. Valori e dignità.
Io vado avanti commuovendomi, tra poco si sveglierà e andrà a iniziare questa giornata magari facendosi offrire un caffè dal titolare del bar accanto dove ha dormito con le stelle poco avanti. Ciao amico mio passa una felice giornata fino a che non tornerai a dormire nuovamente e all’indomani tutto inizi di nuovo.

Foto e testo: Claudio Ventodeldeserto

3 pensieri riguardo “La dignità

  1. UNA STORIA COMMOVENTE CHE TI FA CAPIRE TANTO.GENTE CHE,NELLA LORO VITA PIENA DI STENTI,DI PICCOLE COSE,DI AFFETTI MAI AVUTI RIESCONO AD ANDARE AVANTI DIGNITOSAMENTE.

  2. Ciao Claudio, hai ragione, ma la dignità che queste Persone hanno, non smuove questa società dell’apparire e della indifferenza, non si cura affatto di loro.
    Purtroppo, la dignità, ti lascia libero ma ti “uccide anche”
    Un caro saluto
    S

Lascia un commento